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lunedì 31 ottobre 2016

Arrestati 7 Italiani Sul Deep Web (Operazione Deep Connection)

Circa una settimana fa è stata sgominata una comunità internazionale di pedofili sul Deep Web che produceva materiale pedopornografico.
Gravissime le accuse, tra le altre, anche quelle di aver abusato di decine di minori.
L'indagine era iniziata nel 2013 ed ha portato all'arresto anche di 7 italiani, accusati di associazione a delinquere transnazionale finalizzata alla commissione di reati di pedofilia.
L'indagine è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, con il supporto dello European Cybercrime Center di Europol.
Nel corso dell'inchiesta c'è stata una cooperazione costante con la FBI e con la polizia australiana del Queensland.
Quest'ultima, 2 anni fa, aveva arrestato un noto pedofilo australiano, Shannon McCoole, e i suoi due vice, un olandese e un danese, ai quali il gruppo italiano faceva direttamente capo.
L'indagine ha fornito ad Europol diverse tracce per identificare alcune decine di minori vittime di abuso sessuale e adescamento.
L’operazione è stata chiamata “Deep Connection".
Si è evinto che i pedofili hanno diversi comportamenti.
Ci sono gli abusanti e chi invece si limita a guardare e a scaricare materiale.
C’è anche chi ha sensi di colpa ma compulsioni incontenibili e chi addirittura fa "informazione".
Una pratica che per fortuna è reato. I siti che giustificano ed incitano alla pedofilia sono inseriti nelle black list. Sono quasi complici di chi abusa.


L'ORGANIZZAZIONE
Come in un’organizzazione criminale di stampo mafioso, gli appartenenti a queste comunità pedofile devono sottostare a regole ferree.
Come la riservatezza e l’obbligo di produrre nuovo materiale per la community.
Il direttore della Divisione investigativa della Polizia Postale, Carlo Solimene aggiunge: “Per salire di grado all’interno della comunità pedofila conta la tipologia e non la quantità del materiale pedopornografico. Le immagini e i filmati autoprodotti, ad esempio, hanno un valore superiore.
Hanno una vera e propria leadership, dettano le regole, vigilano sull’osservanza delle regole e applicano le sanzioni”.

Sono 7 le persone arrestate implicate, a vario titolo, nell’associazione.
Tra loro un commerciante 50enne, responsabile di abusi sessuali nei confronti di tre bambini tra i 4 e gli 8 anni, che grazie alla produzione di materiale pedopornografico era entrato nei vertici decisionali della comunità virtuale, e un quarantenne, impiegato, anche lui inquadrato tra i leader per l’ingente apporto di materiale.
Impressionante il volume delle comunicazioni telematiche all’interno dell’ampia comunità, che nell’arco degli ultimi tre anni ha registrato la partecipazione, sia pur a vario titolo, di circa 45.000 affiliati provenienti dai 5 continenti: circa 420.000 i post organizzati in oltre 100.000 discussioni di tematiche pedofile.


I PRECEDENTI
Solo qualche mese fa erano stati arrestati altri 5 italiani, invece nel 2014 la Polizia Postale aveva arrestato 10 persone e ottenuto 3 condanne dopo un’operazione durata tre anni.
L’indagine, con Europol e FBI, era stata chiamata "The Sleeping Dogs" dal nome di un famoso videogioco usato da uno degli agenti per agganciare l’utente che poi gli ha aperto la strada.
Tra gli arrestati, c’erano persone tra i 24 e i 63 anni: impiegati di banca, liberi professionisti, operai specializzati, prevalentemente provenienti da nord e centro Italia.
“Sono persone insospettabili ma se si scava un po’, ci si accorge che spesso hanno anche tre o quattro vite diverse”.
In molti casi, poi, chi viene indagato o arrestato ha famiglia e figli.
Psicologa: “Noi interveniamo anche e soprattutto in quei casi quando si fa irruzione in una casa o si va ad arrestare qualcuno, bisogna tener conto della presenza di minorenni. Tutelarli, studiare quale sia il miglior modo di intervenire. Gli agenti a volte, nella foga, non si accorgono che potrebbero esserci bambini spaventati. Una mossa sbagliata e la loro vita potrebbe essere condizionata per sempre”.



 Libri sul Deep Web:




PER APPROFONDIRE
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